martedì 3 febbraio 2015

Riavvolgi i dolci ricordi

'sera,

ne è passato di tempo dall'ultimo post quindi direi di riavvolgere il nastro e riprendere da dove eravamo rimasti.

Ad ottobre mi hanno licenziata, anche se detta così sembra brutale. In pratica il contratto tramite agenzia è scaduto e l'azienda ha deciso che non aveva più bisogno di me per cazzate varie. Fatto sta che ho passato il mese di novembre a fondermi con il divano, mangiare e a cazzeggiare tra manga, anime e videogame.

Ho iniziato a leggere Boku no hero academia, è iniziato da poco ed è fantastico, un mondo pieno di eroi con diversi super poteri dove chi è normale si sente fuori luogo. Mi rispecchio un po' in Midorya, un ragazzo normale che desidera a tutti i costi diventare un super eroe, ovviamente nel mio caso è il mio piccolo mondo ad essere troppo normale per me e a volte mi sento come estraniata e incompresa. 
Ho finito di leggere anche Shingeki no kyojin, esce un capitolo ogni quarto di secolo quindi per ora sono al passo. Mi ha appassionato specialmente per i conflitti di opinioni riguardanti l'origine dei giganti e le varie vie di pensiero, per non parlare delle strategie di combattimento spiegate nei minimi dettagli.
Ho finito di leggere Bleach, l'ho amato tantissimo, ora al mattino mangio fragole e morte. Mi sono appena accorta che sono usciti altri due capitoli, so cosa fare stasera!
Ho finito l'anime di Death Note, anche se non è durato molto e ci ho messo tre giorni a finirlo è stato intenso e mi ha permesso di innamorarmi di L e di cadere in una profonda depressione alla scoperta della sua morte. Riposa in pace.

In seguito a questo mese poco produttivo, finalmente, vengo contatta per un nuovo lavoro che con poca convinzione accettai ma si rivelò entusiasmante.
A 30km di distanza da casa inizio a fare la Magazziniera. Con degli orari che facevano schifo alla merda, con un contratto di due settimane a dicembre e due a gennaio si rivelò il lavoro dei miei sogni. Un magazzino enorme, pieno di gente dove non ci si annoia mai.
Le mie mansioni, come quelle del 90% del personale di magazzino, riguardavano il picking.
Poichè non ho voglia di cercare la definizione di wikipedia, ve lo spiego in poche parole come l'ho vissuto io. Picking = Prendi i prodotti giusti dagli scaffali seguendo una lista e li metti nella cassa. Fine! Ok, magari sembra facile, ma grazie al terminale legato al polso era davvero facile. Impossibile sbagliare. Le altre mansioni riguardavano il riordinare i prodotti per scadenza, sistemare i prodotti negli scaffali, annoiarti quando non c'era nulla da fare e conversare per far passare il tempo.

La parte che mi riusciva peggio era il conversare.
All'inizio ero un po' imbranata poichè dovevo ricordare delle combinazioni di numeri da inserire nel terminale, ma tempo tre giorni ed ero già autonoma. Le mie conversazioni con i colleghi si basavano sul come stai, come ti trovi qui, quando ti scade il contratto, mi aiuti che non so come si fa.
Il magazzino essendo diviso in 10 stazioni diverse, nelle quali si lavora a rotazione, era difficile ritrovarsi con sempre gli stessi. Conoscevi gente nuova ogni giorno.
Come in ogni posto di lavoro c'è chi ti sta simpatico e chi un po' meno (molto meno), ma io non mi facevo problemi già parlavo poco e se poi finivo con l'antipatica di turno stavo completamente zitta. La cosa negativa era la poca presenza di patatina munite, e le poche avevano già una certa età che a confronto dei miei 21 potevano ritenersi mature.
E perchè mai dovrebbe essere una cosa negativa? Facile, mi hanno praticamente presa in antipatia per non so quale fattore genetico competitivo. Avrò fatto amicizia con due di loro, una delle quali mi trattava come una bambina e sinceramente non mi dispiaceva.
Del resto erano tutti fagiolino muniti, alcuni insopportabili altri sopportabili. Con molti di loro ho fatto amicizia perchè comunque erano nuovi come me o semplicemente erano simpatici chiacchieroni. E poi c'era Lui. Sì, lo so, ogni volta c'è un Lui ok ma che ci posso fare i feels sono i feels.
Comunque Lui, che all'inizio pensavo fosse l'alter-ego di un altro, è semplicemente l'ideale. Vi spiego, lui è l'idea di ideale che una donna vorrebbe avere.
Gentile ma non con secondi fini, lui era gentile perchè non poteva fare a meno di esserlo.
Simpatico, pura e semplice simpatia, senza sfumature di ironia o sarcasmo.
Carino, sinceramente non è un cesso cronico ma neanche un adone greco, al mio occhio lui è bellissimo ma per rendervi l'idea posso dire che è semplicemente carino.
Vegano, nonostante io come persona ho sempre criticato chi come lui ha scelto di mangiare solo vegetali, senza capirne il motivo ora non mi interessa per nulla.
Nello specifico è Salutista, legge anche libri sullo sport e l'alimentazione, ma in genere mangia vegano. (Probabilmente il feeling che sento con lui va oltre ogni differenza alimentare o culturale tra di noi).
Moldavo, arriva dal "lontano est", non so ancora quanto è legato alle sue origini o alla sua religione, non so nemmeno se crede in qualcosa e se è praticante. Su questo lato so molto poco, anche se è molto interessato alla storia, non solo del suo paese.
Tranquillo, non ha interessi pericolosi (a parte i roller) o stravaganti. Gli piace il cinema, e su questo lato siamo molti simili e ci ritroviamo a condividere gli stessi gusti cinematografici. So molto poco e sono determinata a conoscerlo nel profondo.

Mentre si avvicinava la fine di questa esperienza, le mie paure prendevano vita.
"Non lo vedrò mai più, sarà stato solo un breve e delizioso incontro." Mi stavo rassegnando, così l'ultimo giorno presa dalla più che totale disperazione lo saluto con un semplice ciao e me ne vado. Mi rendo conto che non solo lui mi sarebbe mancato, ma anche tutti gli altri con i quali avevo legato e riso per giorni però... Lui continuava a rappresentare in modo così perfetto e dolce i miei rimpianti, la mia timidezza e la mia sfigaggine.
Triste come un girasole senza sole, senza poter far nulla per rimediare alla mia mancanza di carattere e senza poter cercare di contattarlo in un qualsiasi modo, accade l'inaspettato. A mezzanotte delle stesso giorno è Lui a cercarmi, con una semplice richiesta di amicizia e un messaggio dolce e semplice come i suoi occhi la sera dopo otto ore di lavoro. Sostenendo che quella sera non abbiamo fatto in tempo a scambiarci i numeri di telefono perchè sono scappata, in effetti è vero, mi ha lasciato il numero e io terrorizzata da quel sentimento che sa di rimpianto e ti prende la gola, gli ho chiesto di uscire. Sorprendentemente, ha accettato ma purtroppo non siamo mai arrivati ad un accordo per rendere reale l'uscita così...

Dopo che mi ha contattata Lui una triste sera di domenica per fare le solite quattro chiacchiere, l'ho ricontattato io un gelido martedì sera, per ricambiare, ma non ho ricevuto risposta. 
Da sette giorni e non so quanti minuti, tutto tace. Il silenzio pesa sulla pelle, le notti non passano mai. Fortunatamente per me, non so se sarà lo stesso per lui, ricomincerò presto a lavorare nel magazzino. Lo rivedrò, e semplicemente questo mi rende felice. Mi basta osservarlo, di sfuggita... come facevo prima, tra le file di scaffali, dietro uno scatolone. Lo vedrò passare, veloce e bellissimo. Concentrato sul suo lavoro, non si accorgerà nemmeno di me ed io sarò felice solo al pensiero della sua presenza.

Al solito, un sorriso


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